La definitiva conversione in legge del cd “Decreto carceri”, di giovedì scorso alla Camera, non modifica in nulla il giudizio chiaramente negativo espresso, in queste settimane, da più parti.
Ci riferiamo alle valutazioni critiche e alle riserve espresse, in merito, dai Garanti dei Diritti dei detenuti; alla preoccupazione manifestata dai tanti esperti dell’Esecuzione Penale e al netto giudizio delle forze di opposizione al Governo. È stato evidenziato come, ancora una volta, sia stata persa l’occasione di introdurre, con saggezza lungimirante, una serie di misure che affrontassero in modo costruttivo la gravissima situazione in cui versano le carceri e l’Esecuzione Penale di questo Paese.

È paradossale che, nel momento in cui il decreto viene convertito in legge, il Ministro Nordio senta la necessità di preannunciare, tramite la richiesta di un incontro con il Presidente della Repubblica Mattarella, l’adozione di provvedimenti quali la costruzione di nuove carceri e l’assunzione di nuovo personale penitenziario.

Particolarmente odiosa è la misura, imposta in sede di conversione, che corregge – peggiorandola – la norma sul rinvio e non esecuzione della pena in carcere per madre con bimbo/a a seguito, di età inferiore a un anno.
Ministro Nordio, Lei ricorda senz’altro che quella norma esiste in Italia fin dal 1930… Dall’inizio dell’anno al momento in cui scriviamo si contano ben 66 suicidi tra le persone detenute e sono 5 gli agenti penitenziari che si sono tolti la vita .

La battaglia ferma e civile sul sistema penitenziario e sulle carceri deve ora allargarsi, estendendone orizzonti e confini.
Il metodo democratico ed il rifiuto di ogni forma di violenza in particolare nei confronti delle persone più vulnerabili resta, per le volontarie ed i volontari di “A Roma, Insieme Leda – Colombini ODV”, l’unico essenziale obbiettivo di riferimento.

SAREMO PRESENTI IL 22 SETTEMBRE alla marcia unitaria per l’amnistia e l’indulto da Castel Sant’Angelo a San Pietro.