#linfanzianonsiincarcera!  Approvato l’emendamento alla Legge di Bilancio, promosso da Cittadinanzattiva e A Roma Insieme-Leda Colombini

Comunicato stampa                                                                   Roma, 21 dicembre 2020

 

#linfanzianonsiincarcera!  Approvato l’emendamento alla Legge di Bilancio, promosso da Cittadinanzattiva e A Roma Insieme-Leda Colombini, per garantire l’accoglienza di mamme detenute con bambini al seguito al di fuori degli istituti penitenziari.

 

“Siamo davvero soddisfatti per l’approvazione del nostro emendamento, un risultato che fornisce una prima risposta concreta al superamento definitivo di un paradosso gravissimo e trascurato, probabilmente perché riguarda piccoli numeri e perché ha a che vedere con madri e bambini di solito provenienti da condizioni di marginalità”. Queste le dichiarazioni di Laura Liberto, coordinatrice nazionale rete Giustizia per i diritti di Cittadinanzattiva. 

“Da lungo tempo Cittadinanzattiva è impegnata nella costruzione di soluzioni definitive al problema della presenza di bambini piccoli, ristretti negli istituti penitenziari assieme alle madri detenute. Ci siamo battuti per l’adozione di misure di sistema che non fossero soltanto legate all’emergenza sanitaria che ha investito pesantemente le carceri italiane, ma volte a creare le condizioni perché nessun bambino debba più provare l’esperienza della detenzione. Per questo, in collaborazione con l’Associazione A Roma Insieme Leda Colombini, abbiamo formulato una proposta di emendamento alla Legge di Bilancio che, con l’istituzione di un fondo dedicato, garantisse le risorse necessarie ad assicurare a tutti i nuclei mamme-bambini l’inserimento  in case famiglia protette ed in case  alloggio già operative sul territorio, quindi al di fuori di ogni contesto detentivo, che sia la sezione nido di un carcere oppure un istituto a custodia attenuata per detenute madri”.

“La sinergia sperimentata in questa occasione tra due soggetti del volontariato, A Roma Insieme e Cittadinanzattiva, è la prova che la società civile organizzata può stimolare positivamente le istituzioni per un quadro di regole più umane e rispettose della dignità dei minori e dei cittadini sinergia. Questo è un risultato importante che si iscrive lungo un percorso ancora non breve, per rendere l’ordinamento penale italiano pienamente rispondente ai livelli di civiltà” così dichiara Gustavo Imbellone di A Roma Insieme- Leda colombini. 

“Oggi abbiamo conseguito una piccola grande vittoria, e ringraziamo l’Onorevole Paolo Siani, primo firmatario dell’emendamento ed i Deputati di tutti i partiti della maggioranza che hanno voluto sottoscriverlo”, dichiarano le due organizzazioni. “Proseguiremo questo percorso con la stessa determinazione perché la misura venga attuata efficacemente e perché davvero i più piccoli non facciano mai più ingresso in carcere”.

 

 

 

Leda Colombini 6 dicembre 2011

Leda Colombini (10 gennaio 1929 – 6 dicembre 2011)

Oggi, nel giorno in cui ricorre l’anniversario della morte di Leda (6 dicembre 2011),  i volontari di A Roma, insieme vogliono ricordarla con le sue stesse parole. Fu lei, infatti, a raccontare al professor Francesco Piva, alcuni dei momenti più intensi e rivoluzionari della sua esistenza. 

Il brano che segue è tratto dal volume “La storia di Leda, da bracciante a dirigente di partito”, Francesco Piva, Franco Angeli, 2009.

“ Nel 1950 abbiamo fatto in tutte le province le assise delle mondine e mi ricordo sempre quella fatta a Modena. Ho concluso quell’assemblea e, ad un certo punto, mentre stavo parlando, ho sentito un tramestio sul palco: siccome io avevo ricordato la violenza della polizia e gli operai morti, la polizia bloccò tutte le uscite del teatro e voleva arrestarmi subito, proprio lì, il segretario della Camera del lavoro e tutti gli altri dirigenti naturalmente dissero: “No, ora la fate finire e poi dopo…”. Sai, allora ti processavano per direttissima e ti davano come minimo due anni! Ma lì mi hanno salvato le mondine. Quando ho finito il discorso, mi hanno tirato giù la crocchia di capelli, mi hanno dipinto le labbra, mi hanno truccato, invece del mio cappotto me ne hanno messo un altro…insomma, mi hanno trasformata e alla fine mi hanno detto: “Vai, vai”. Siamo quindi passate davanti a due poliziotti che sorvegliavano le uscite e non mi hanno riconosciuto! Quindi ci avviamo… e poi, c’era una compagna che mi assomigliava un po’…sai queste facce quadrate, emiliane, che un po’ si assomigliano, almeno nei tratti…avevano preso questa Adele e dicono: “Lei è Leda Colombini?” – “No, io non sono Leda Colombini” – “Lei è Leda Colombini!”. Quindi hanno fermato questa Adele convinti che ero io; intanto io invece ero arrivata alla Camera del Lavoro. Lì c’era un passaggio che, scendendo, andava in un garage. Il tipo del garage disse: “questa è la bicicletta, monta e vai!” – “Ma dove vado?”; “Tu vai!”. Allora andai e dopo un paio di km fatti con questa bicicletta, qualcuno mi si accostò con la macchina e disse: “Lascia la bicicletta”. Sulla macchina c’erano i miei appunti, la mia borsa, il mio cappotto, tutto quanto…e così mi portarono a Bologna a prendere il treno”.